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24 gennaio 2012 2 24 /01 /gennaio /2012 20:44

Sembra proprio che i genitori che sgridano i figli perchè passano il tempo sui videogames piuttosto che studiando tra qualche tempo potrebbero sentirsi rispondere: non disturbare sto facendo i compiti.

http://4.bp.blogspot.com/-QGvnxYu1aOk/ThyiMSwEwVI/AAAAAAAAHPY/SeFrYuLkE5k/s1600/intelligenza_artificiale_civilization.jpgQuello che per molti di noi sembra un'eresia: l'utilizzo dei videogames a scopo didattico, è invece una pratica abbastanza diffusa nei paesi anglosassoni, che già da tempo hanno introdotto i giochi al computer come supporto alla didattica in alcune scuole. 

Negli ultimi tempi anche nelle scuole italiane si sta facendo largo questa nuova teoria didattica: sono già molte le scuole di ogni tipo e grado che per invogliare gli studenti verso lo studio di materie da sempre ritenute noiose stanno utilizzando videogames come Civilization e Sim City per far entrare gli studenti nel vivo dell'azione e verificare personalmente se quanto studiato è riproducibile in una simulazione del mondo reale oppure no. 

Sono sopratutto i giochi simulativi e gestionali ad avere certa valenza didattica e pedagogica. Lo studente infatti, alle prese con la simulazione di dinamiche prese dalla vita reale può sperimentare vari modi di interagire con il mondo che lo circonda e con le altre persone; non solo, impara anche a reagire velocemente ai cambianti dell'ambiente circostante e a decidere in breve tempo quale soluzione adottare per risolvere un problema.

http://www.minimaetmoralia.it/wp/wp-content/uploads/2012/01/scuola2.jpgAffinare queste capacità nel periodo degli studi potrebbe essere fondamentale nella crescita di chi un domani dovrà con molta probabilità gestire aziende e gruppi di lavoro, e sono molti gli psicologi e gli insegnanti che non vedono per quale motivo strumenti come i videogames, che usati in modo corretto possono aiutare molto lo sviluppo delle capacità deduttive e organizzative dei ragazzi,  non debbano essere utilizzati come strumenti di supporto didattico. 

Ovviamente questo non vuol dire che se un ragazzo passa ore ed ore a giocare a Empire: Total War diventerà un grande stratega ed avrà una brillante carriera militare.

Quello che è sicuro è che se guidato correttamente dal proprio insegnante potrebbe utilizzare le nozioni acquisite durante le sessioni di gioco non solo per imparare un pò di Storia (che già sarebbe un bel risultato a dire il vero: provate a chiedere a qualsiasi studente del liceo quali eserciti si combatterono a Waterloo, rimarrete delusi nello scoprire che non sanno nemmeno che Waterloo si trova in Belgio), ma anche per migliorare le proprie capacità organizzative e deduttive.

Insomma, pare proprio che molto presto assieme ai libri di scuola dovremo comprare anche i videgiochi ai nostri figli, e quello che è peggio è che non potremo nemmeno più utilizzare la console quando loro fanno i compiti, perchè gli servirà per studiare la seconda guerra mondiale giocando a Call Of Duty. 

 

  

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