Dopo il Commodore 64, di cui abbiamo parlato recentemente, non poteva mancare nell'appuntamento con la storia dei computer di quando noi 30enni eravamo piccoli lo ZX Spectrum, quello che all'epoca fu il rivale più agguerrito del C64 in quella che fu la prima guerra commerciale dell'informatica.
Prodotto a partire dal 1982 dalla Sinclair Research Ltd era basato sul microprocessore Z80 (chi come me ha fatto l'istituto tecnico probabilmente lo ricorderà, io ci ho studiato il linguaggio Assembly) e specie in Europa entrò in competizione con il computer di Commodore sopratutto per via del prezzo decisamente più abbordabile (al punto che le recensioni dell'epoca parlavano del computer domestico migliore dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo).
Il suo successo fu tale che venne copiato/esportato in quasi tutti i paesi, Stati Uniti compresi. Le sue caratteristiche tecniche erano abbastanza in linea con quelle dei computer dell'epoca e prevedevano:
- processore Zilog Z80A a 3,5 MHz
- 16 kB ROM contenente il sistema operativo e l'interprete BASIC in versione personalizzata dall'azienda
- 16 kB RAM (espandibili a 48 KB) a seconda della versione
La novità riguardava però le potenzialità grafiche dello ZX Spectrum. Il computer operava sempre in modalità grafica (un lusso per quei tempi) la memoria video poteva essere indirizzata direttamente ed aveva una risoluzione di 256x192 Pixel.
Nonostante non avesse hardware dedicato espressamente alla grafica come i suoi rivali, lo Spectrum, grazie alla potenza del processore poteva far girare senza problemi i giochi con animazioni e grafica complesse.
Non aveva bisogno di un monitor ma si collegava a qualsiasi TV PAL in bianco e nero o a colori sul canale 36.
Altra caratteristica peculiare era l'estetica: lo Spectrum si presentava con una scocca di colore nero con la banda arcobaleno e la tastiera a 40 tasti in lattice davano un look molto minimale ma che allo stesso tempo faceva molto hacker. Le periferiche utilizzabili erano quelle classiche dell'epoca: il registratore per caricare i programmi da nastro magnetico poteva essere (a differenza del rivale C64) un qualsiasi registratore a cassette da collegare tramite connettori da 3,5mm.
Questo però era sia un limite che un vantaggio: la lentezza di caricamento dei programmi era compensata dal fatto che non c'era bisogno di costose periferiche per utilizzarli, ma bastava un comune mangianastri (che negli anni 80 era disponibile per chiunque).
Era anche dotato di una porta di espansione a cui si potevano collegare joystick, stampante e lettore floppy disk.
Dal punto di vista del software, essendo un computer pensato più per la produttività che per lo svago, erano più gli applicativi per l'home office che non i giochi. In alcuni casi il software era venduto sotto forma di programma da scrivere e compilare di persona. La libreria di software era comunque molto vasta e permetteva di svolgere praticamente qualsiasi compito da ufficio, dai fogli di calcolo all'elaborazione di testi.
Nonostante il successo della prima versione quelle successive (che dovevano vedersela con le prime console a 16bit oltre che con i rivali nel campo dei computer) non riuscirono a replicarne i risultati e la Amstrad che nel frattempo era subentrata alla Sinclair nella produzione, pur non abbandonando il progetto (che nei paesi dell'est ebbe grande successo per via del prezzo concorrenziale) decise di puntare su altri modelli.