Che Ubuntu non fosse la versione Linux preferita dal popolo del pinguino è un fatto abbastanza noto; non è la prima volta che le divergenze di opinioni fra Canonical e Linux Foundation vengono alla luce e stavolta a parlare della questione è direttamente il fondatore dell'azienda Mark Shuttleworth.
Con un lunghissimo post quest'ultimo spiega infatti nei dettagli il suo pensiero circa gli utenti elitari di Linux e il rapporto che la sua azienda ha con essi.
E' noto che questi non vedano molto positivamente il successo commerciale di Ubuntu e la sua contaminazione con software e piattaforme non open e proprio su questo aspetto si concentra la discussione dell'autore, che possiamo riassumere con questa frase: Linux non deve essere difficile e da usare e non deve dare l'impressione di essere un prodotto destinato a pochi eletti.
Lo scopo di Canonical e di Ubuntu è infatti quello di raggiungere quanti più utenti possibile, raccogliendoli non solo all'interno della ristretta cerchia di chi sa usare il computer a 360° ma sopratutto fra gli utenti domestici, quelli che si accontentano di leggere la mail, accedere ai social network e fare acquisti in internet.
I vari progetti presentati da Canonical vanno, a detta del fondatore, proprio nella direzione della creazione di una piattaforma software alternativa a Windows e che possa integrare quanti più dispositivi possibile.
Non a caso è stato presentato da poco Ubuntu Phone OS e non a caso è questo lo stesso percorso intrapreso da Microsoft con Windows 8 e Windows Phone.
Ma per raggiungere lo scopo c'è bisogno di un compromesso: non si può pensare di attirare la maggior parte degli utenti non smanettoni se non si fornisce loro un prodotto facile da usare e che sia corredato di tutti i software (giochi compresi) che abitualmente utilizzano su un PC Windows.
Questo vorrebbe dire portare software commerciali e licenze nel mondo Linux, ed è proprio questo il terreno di scontro fra i due schieramenti: Canonical è un'azienda e come tale ha bisogno di guadagnare se non vendendo il proprio software almeno attraverso accordi con terze parti per il porting dei software sulla sua piattaforma; gli apostoli di Linux invece vedono tale scelta coma un tradimento della filosofia open-source da sempre alla base del progetto.
C'è da dire comunque che se Linux sta avendo un pò di successo anche al di fuori dell'ambiente cervellonico è proprio grazie al lavoro di Canonical e almeno questo merito gli va riconosciuto. Dopotutto ci sono decine di distribuzioni Linux che rispettano a pieno i canoni dell'open-source, chi non è soddisfatto della politica di Ubuntu ha molte alternative a disposizione, l'importante è che ognuno possa utilizzare il software che più gli piace.