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19 maggio 2012 6 19 /05 /maggio /2012 16:20

http://www.theflyper.com/gigsimg/1202080336buy-3500-twitter-followers.JPGIn Italia (ma non solo) siamo abituati alle compravendite: c'è chi compra i voti, chi i televoti, chi i parlamentari, chi le lauree. Ma probabilmente non tutti sanno che c'è anche chi è disposto a pagare decine di migliaia di euro per farsi una certa reputazione in internet.

Sono moltissime le aziende, i personaggi famosi e non o i semplici professionisti in cerca di visibilità che si affidano ai social network per farsi pubblicità a lungo raggio e raggiungere quante più persone possibile in poco tempo.

Bene: con uno strumento così di massa come è diventato internet non tutti sono disposti a costruire il proprio successo in rete onestamente e c'è chi piuttosto di guadagnarsi i propri mi piace su Facebook e/o crearsi a suon di tweet una nutrita schiera di followers su Twitter preferisce comprarli. 

Addirittura, secondo Marco Camisani Calzolari docente di comunicazione digitale all'università IULM di Milano circa l'80% dei fan di Facebook e dei followers su Twitter delle aziende italiane sarebbero ottenuti tramite l'acquisto di appositi pacchetti sui vari siti internet (come boost social media o buying followers solo per citarne alcuni) che offrono questo servizio. 

Ad esempio, un carnet di 50.000 followers su Twitter sul sito seoclercks.com costa appena 20$ mentre per 6000 like su Facebook invece basta sborsare 30$.

Il principio su cui si basa questo commercio è piuttosto semplice: un bot (un software che naviga in rete al posto delle persone reali) crea gli account fasulli e li collega alla pagina dell'acquirente che cosi in poco tempo avrà aumentato il numero dei propri fan senza che in realtà questi siano persone reali.

Capirete che un simile meccanismo fa gola a molte persone, innanzitutto alle aziende,che con una spesa inferiore a quanto sarebbe necessario per assumere e stipendiare esperti di marketing e di pubblicità in rete possono ottenere risultati che anche il miglior esperto raggiungerebbe in mesi di lavoro. 

In realtà il vantaggio è solo quello di sembrare più popolari di quello che si è in realtà.  Dal punto di vista esclusivamente tecnico questi finti account non generano traffico sulle pagine in questione se non al momento in cui fanno il like o ne diventano follower. 

Chi ha pagato però, forte del meccanismo perverso secondo il quale più like hai sulla tua pagina più ne avrai, ottiene una campagna pubblicitaria a basso costo e dal successo quasi garantito e in poco tempo attirerà anche utenti reali sulle proprie pagine.

Insomma, sembra proprio che tutto abbia un prezzo a questo modo, anche i retweet. 




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18 maggio 2012 5 18 /05 /maggio /2012 21:51

http://www.mondonotizie.info/wp-content/uploads/zurich-arriva-sul-cellulare-iphone-polizza-gps.pngIn tempi di crisi come questi la maggior parte delle persone decide di tagliare i propri consumi: c'è chi smette di fumare, chi rinuncia al caffè mattutino, chi va al lavoro in bici.

Ma gli italiani a una cosa in particolare non riescono a rinunciare in alcun modo: il proprio celluare. Da un recente studio sembra infatti che nei primi mesi del 2012 l'utilizzo di questo strumento abbia avuto una impennata piuttosto interessante, al punto da farci pensare che nonostante i soldi da spendere siano sempre meno gli utenti italiani non hanno alcuna intenzione di andare al risparmio per quanto riguarda l'utilizzo dei servizi offerti dal proprio smartphone e dal proprio operatore telefonico.

Addirittura dallo studio emerge che il tempo medio di utilizzo delle connessioni internet da smartphone è aumentato del 36% rispetto agli ultimi mesi del 2011, raggiungendo le 3 ore e 15 minuti giornaliere. Non solo, l'aumento dell'utilizzo del cellulare è stato a 360°, con un incremento della durata media delle telefonate del 13% (per un totale di circa 5 minuti in media per le chiamate in uscita) e un aumento del numero di sms inviati al giorno, passati dal 6.5 di media a 7.3. 

Volendo fare una analisi temporale ogni italiano passa in media circa 4 ore al giorno a trafficare col proprio smartphone, di queste più di 3 ore sono dedicate alla navigazione in internet, il restante tempo è diviso fra i 37 minuti in media delle telefonate ed i circa 15 minuti passati a scrivere sms

Volendo fare una piccola riflessione su questi dati possiamo affermare senza troppa prudenza che con la marea di offerte dati (più o meno economiche) a disposizione degli utenti, e con l'uscita sul mercato di smartphones e tablet sempre più potenti e tecnologicamente avanzati l'utilizzo di internet in mobilità ha preso sempre più piede nelle abitudini degli italiani, che fra twitter, facebook, wazzup ecc. hanno l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda il modo di comunicare con i propri contatti da qualsiasi punto si trovino. 

Non solo, è anche da notare come sempre più famiglie abbandonino l'utilizzo del telefono fisso a favore del cellulare, limitandosi ad usare la linea domestica per internet a banda larga e trasferendo al cellulare la maggior parte delle telefonate.

Anche in questo caso la spinta è data dalle varie offerte flat che permettono telefonate illimitate a fronte del pagamento di un canone mensile più o meno costoso. Insomma sembra proprio che la rete mobile sia sempre più una necessità per gli italiani: sta ora agli operatori telefonici fare in modo che i consumatori continuino ad utilizzare i propri servizi.

Il prossimo passo sarà offrire una rete dati sempre più veloce e tecnologie come LTE ed NFC che integreranno sempre di più gli smarphones nella vita di tutti i giorni. 


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18 maggio 2012 5 18 /05 /maggio /2012 09:28

http://blog.panorama.it/culturaesocieta/files/2010/10/belen-rodriguez_7-medium.jpgSe siete arrivati su questa pagina è perchè siete caduti in una sorta di trappola: sembra infatti che le immagini della showgirl (vabbè, forse ho esagerato con l'aggettivo) argentina e in generale quelle che ritraggono donzelle in abiti discinti siano le più cercate su internet. 

Per verificare che questo dato rappresenti la realtà ho pensato di fare un piccolo esperimento:

chiunque capiti sul mio blog grazie alle parole chiave che sono presenti nel titolo dell'articolo effettivamente era intenzionato a cercare foto dell'argentina più famosa nel mondo (continuo ad esagerare con i complimenti? mi sa di si...), quindi le statistiche che danno i contenuti sexy come quelli più ricercati dal popolo italiano sarebbero corrette e l'incauto internauta che durante le sue sessioni di navigazione è finito su queste pagine mi starà anche lanciando qualche imprecazione contro. 

Ad ogni modo per non scontentare nessuno qui c'è il link a qualche foto interessante.  

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16 maggio 2012 3 16 /05 /maggio /2012 21:36

http://www.pcprofessionale.it/stappro61/uploads/2010/01/guerra-browser.jpegLa guerra dei browser è ancora in corso, e ogni giorno che passa si fa sempre più aspra, con i vari contendenti alla ricerca del modo in cui conquistare quanti più utenti possibile.

Il tutto è ancora più amplificato dalla presenza sempre più massiccia di dispositivi mobili in grado di connettersi ad internet allo stesso modo se non meglio dei pc domestici. In questa situazione gli utenti sentono sempre più il bisogno di navigare con gli stessi strumenti sia da casa che in mobilità e chiunque riesca a realizzare un prodotto capace di offire la stessa esperienza di navigazione sia nell'utilizzo domestico che nell'utilizzo in mobilità potrà probabilmente dichiararsi il vincitore di questa guerra. 

In questo scenario il colpo a sorpresa potrebbe partire direttamente da Mountain View: sembra infatti che Google sia quasi pronta a rilasciare una versione di Chrome anche per iOS.

Avete capito bene, Google (e quindi Android) avrebbe deciso di sfidare Apple in casa e competere direttamente con Safari, il browser principe per tutti i prodotti Apple, dal Macbook all'iPhone. 

Addirittura sembra che la versione per iOS di Chrome possa essere pubblicata sul'App Store entro l'estate, operazione facilitata dal fatto che le specifiche di tutti i browser di terze parti per iOS impongono che questi debbano essere basati esclusivamente su Webkit e che sia le versioni di Chrome che quelle di suo fratello open-source Chromium sono disponibili per Mac, Android e Windows nativamente basate su di esso. 

Insomma l'arrivo del browser di Google su iOS sembra essere una ipotesi molto meno remota di quanto si possa immaginare, e visto il successo ottenuto da Chrome nel settore dei pc domestici non è difficile prevedere che una eventuale release di questo browser anche sui prodotti Apple potrebbe spostare decisamente verso Google gran parte del traffico mobile generato dagli utenti della mela.  

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15 maggio 2012 2 15 /05 /maggio /2012 21:22

http://static.tuttogratis.it/628X0/economia/tuttogratis/it/wp-content/uploads/2010/02/La-pirateria1.jpgSe pensavate che la crisi economica avesse ridotto alla fame praticamente tutti nel nostro Paese sarete forse un pò più sollevati nel sapere che nonostante lo spread ed Equitalia in Italia c'è un settore che non sembra proprio conoscere crisi: quello della pirateria informatica.   

Lo studio annuale pubblicato da BSA e relativo al 2011 ci mette infatti in seconda posizione fra i Paesi dell'Europa Occidentale per quanto riguarda l'incidenza del software contraffatto nella vita quotidiana di chi utilizza un computer.  

Il nostro paese con il suo 48% di software pirati installati è secondo solo alla Grecia (che guida la classifica con il 61%) e si trova a pari merito con Cipro e Islanda nonostante il leggero decremento rispetto al 2010.

Una classifica di cui in realtà sarebbe meglio occupare le posizioni della zona retrocessione e che invece ci vede ben al di sopra della media europea che si aggira intorno al 33%. Non solo: ben il 57% degli intervistati ha candidamente ammesso di usare software pirata sul proprio personal computer. 

Con un giro d'affari di quasi 1 miliardo e 400 milioni di Euro (è questo il valore stimato dei software installati senza licenza nel nostro Paese) la pirateria informatica sembra proprio essere l'unica azienda a non risentire del momento economico sfavorevole, anzi proprio la crisi semba aver un effetto positivo su questo settore, con sempre più utenti che preferiscono acquistare copie pirata, se non scaricarle personalmente, dei software piuttosto che effettuare un regolare acquisto.

In realtà il dato italiano è relativamente modesto se raffrontato a quello dei Paesi emergenti come Cina, India ecc. che raggiungono e superano abbondandemente il 70%, ma quello che preoccupa gli autori dello studio più che il dato puramente statistico è la completa mancanza di una leglisazione che tuteli i diritti di chi detiene una proprietà intellettuale nel nostro Paese. 

Rispetto agli altri Stati occidentali l'Italia è l'unico Paese a non avere adottato una legge o qualche regolamento in merito, e la differenza si nota guardando i dati di Paesi come Regno Unito ed USA, che raggiungono a malapena il 20% nel computo totale dei software pirata.     

 

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14 maggio 2012 1 14 /05 /maggio /2012 21:23

http://cdn.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2012/03/Apple_rende_disponibile_iOS_5_1.jpgPuntuali come l'arcobaleno dopo un acquazzone (stasera siamo poetici) non appena Apple rilascia una nuova versione di iOS così gli hacker si mettono in moto per realizzare il corrispondente Jailbreak e permettere ai possessori di iPhone/iPod/iPad di installare applicazioni senza per forza passare attraverso iTunes.

Così anche stavolta, passati pochi giorni dal rilascio di iOS 5.1 (release non di quelle fondamentali, ma comunque un aggiornamento piuttosto importante e da fare quanto prima) il team Chronic Dev sembra essere sulla strada buona per rilasciare entro poco tempo il Jailbreak corrispondente. 

Ad essersi impegnato con successo nell'impresa è l'hacker conosciuto come pod2g, che sembra essere riuscito ad eseguire l'operazione sul proprio iPad di terza generazione e si dichiara quasi pronto a rilasciare il proprio lavoro a tutti gli interessati.

La cosa strabiliante è che questo Jailbreak, stando a quanto dice l'autore, è eseguibile allo stesso modo su tutti i dispositivi Apple con installato iOS 5.1: non ci sarà quindi bisogno di una versione specifica per iPhone o Ipad che sia come è avvenuto per le versioni precedenti. 

E' un grande passo avanti secondo gli esperti del settore, perchè ultimamente le differenze hardware fra i vari dispositivi avevano costretto gli hacker ad elaborare più versioni distinte dello stesso Jailbreak in base al dispositivo su cui si voleva eseguire l'operazione.

In realtà come dice lo stesso autore sul proprio blog ci vorrà ancora un pò di tempo prima che il software sia ufficialmente rilasciato (almeno un paio di settimane), dato il numero piuttosto alto di dispositivi sui quali deve essere testato e la complessità delle operazioni correlate.

Inoltre l'autore ci tiene a precisare che al momento non sarà possibile utilizzarlo su iPod 3G, iPhone 3GS ed Apple TV 3 anche se non si esclude completamente la possibilità di un rilascio in futuro anche per questi dispositivi. 

In attesa di ulteriori novità potete tenervi aggiornati direttamente sul blog di pod2g che quotidianamente ci aggiorna sui progessi del proprio lavoro. 



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13 maggio 2012 7 13 /05 /maggio /2012 15:37

Lo storage online è un servizio che negli ultimi anni grazie all'aumentare della banda disponibile e dei dispositivi mobili ha avuto un boom notevole.

Praticamente ogni grande azienda di internet offre un apposito servizio dedicato alla conservazione su cloud dei files dei propri utenti: solo per citare i più famosi abbiamo dropbox che è un pò il capostipite dei servizi di cloud storage, Microsoft con skydrive, e l'ultimo arrivato Google Drive

In un universo così vasto come quello dei fornitori di servizi via internet però c'è sempre spazio per i nuovi prodotti, anche in settori che per alcuni versi possono sembrare super-affollati.

E questo vale anche per la condivisione online di contenuti, che sebbene abbia subito duri colpi per via della questione Megaupload continua ad essere uno dei servizi più usati dagli internauti, sempre alla ricerca di un modo semplice e veloce per usufruire dei propri files preferiti da qualsiasi latitudine siano connessi.

A quanto pare anche Facebook, fresco di quotazione in borsa, ha deciso di offrire un servizio analogo ai propri utenti ed è pronta a lanciare a breve il proprio servizio di condivisione di files che dovrebbe avere l'aspetto mostrato di seguito.

http://www.hdblog.it/wp-content/uploads/2012/05/Facebook-Groups.jpg

Ad essere sinceri più che a dropbox il servizio che il social network di Mark Zuckerberg ha intenzione di attivare (per ora a un gruppo ristretto di utenti e poi man mano a tutti gli iscritti) somiglia un pò a Google Groups. 

Sarà possibile condividere con i propri contatti files di dimensione fino a 25 MB (con l'esclusione di files eseguibili ed mp3) ed il procedimento sarà lo stesso che si usa per condividere foto, video, link e/o aggiornamenti di stato nei gruppi in cui si è iscritti.  

La condivisione di files a detta del team di sviluppo di Facebook è una delle features più richieste dagli utenti, in particolare dai circa 400 milioni che utilizzano attivamente i gruppi. Non ci resta che attendere qualche settimana e anche questa lacuna sarà colmata (in attesa della prossima funzione indispensabile di cui non sapevamo di aver bisogno ovviamente).

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12 maggio 2012 6 12 /05 /maggio /2012 10:03

http://www.sexygadgets.net/wp-content/uploads/2009/09/CoPilot-Live-iPhone-Sat-Nav-App.jpgQuando si pensa ai navigatori GPS gratuiti per smartphones il primo nome che ci viene in mente è Nokia Maps con il suo sistema basato sia su A-GPS che sul solo GPS con mappe off-line. 

In effetti il software di navigazione messo in piedi da Nokia è quello che più di tutti assomiglia a un classico navigatore GPS, tanto che molti utenti (me compreso) pur passando ad altre marche si tengono ben stretti il loro antiquato 5800 per utilizzarlo sia come navigatore satellitare che come dispositivo di riserva in caso di necesssità.

Bene, per chi non lo sapesse anche Apple, grazie ad Alk Techologies, ha qualcosa di simile da offrire agli utenti iPhone ed iPad. Sull'App Store è infatti disponibile in versione freemium (cioè con le funzionalità di base gratuite ed eventuali add-on  da acquistare a parte) CoPilotGPS: questo software permette di consultare le mappe in modalità off-line, quindi senza bisogno di essere sotto copertura 3G, e di scaricare gratuitamente la prima mappa che si andrà ad installare (per le altre bisogna pagare qualcosa). 

Nella versione base manca in realtà la guida vocale e le mappe in 3D, ma anche con queste limitazioni la versione base di CoPilot si dimostra abbastanza utile e permette di arrivare a destinazione anche in caso ci si trovi in una zona non coperta da segnale 3G.

Le mappe si possono salvare sulla memoria interna del proprio dispositivo (è disponibile gratuitamente la mappa di tutti i paesi europei) e comprendono migliaia di punti di interesse, come un classico navigatore gps si possono pianificare gli itinerari in base alle fermate intermedie e calcolare percorsi alternativi.  Le indicazioni sulle svolte ecc. sono da scorrere manualmente nella versione free ma è disponibile anche la guida vocale al costo di 12.90 Euro. 

Inoltre prevede le indicazioni pedonali per molte delle principali città italiane ed estere ed è integrata con Facebook, Twitter, Bing e Google per la condivisione della propria posizione e le ricerche geolocalizzate.

Chi possiede un iPhone o un iPad farebbe bene a farci un giro di prova, gli altri possono sempre cercare sul proprio Store prodotti simili. 

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10 maggio 2012 4 10 /05 /maggio /2012 22:35

http://cache.gizmodo.it/wp-content/uploads/2012/05/win8_dvd.pngNon è ancora ufficialmente sul mercato ma Windows 8 ha già innescato le prime polemiche.

A scatenare in particolare le proteste di Mozilla è la versione RT, quella sviluppata appositamente per Tablet e dispositivi basati sull'architettura ARM e che stando a quanto dichiarato dalla casa produttrice è stata progettata in modo che solo Internet Explorer possa girare in modalità classica. 

Insomma, chi vorrà utilizzare uno dei futuri tablet Microsoft con l'interfaccia classica per navigare in internet potrà utilizzare solo Internet Explorer. Non sarà possibile installare altri browser, quindi niente Firefox, Chrome e Opera: limitazione che non ci sarà se si attiverà l'interfaccia Metro per la quale sarà invece possibile installare ed utilizzare le versioni appositamente progettate. 

Sembra una situazione piuttosto strana, ma Microsoft è subito intervenuta a chiarire la situazione ed a spiegare i motivi di questa scelta che ai più sembra semplicemente un modo come un altro per ostacolare la concorrenza ed imporre agli utenti il proprio software. 

Secondo gli ingegneri di Microsoft l'unico browser in grado di rispettare i parametri di sicurezza dell'architettura ARM, e di sfruttarne a pieno le potenzialità senza incidere sul consumo energetico dei processori di questa architettura è soltanto Internet Explorer. 

Ovviamente gli altri produttori, in particolare Mozilla, non sono per niente d'accordo con queste affermazioni e anzi affermano di essere tranquillamente in grado di rilasciare in tempo per l'uscita di Windows 8 RT sia la versione Metro che la versione classica dei propri Browser. 

In effetti passare da una architettura a un altra non sembra essere un problema insormontabile, specie per Mozilla, che ha rilasciato versioni di Firefox per praticamente qualsiasi sistema operativo sia fisso che mobile (se si esclude iOS ovviamente).

Il sospetto è quello che sotto la scelta di Microsoft (già in passato costretta dall'Antitrust a permettere agli utenti di scegliere quale browser installare su Windows), stia in realtà tentando di intraprendere la stessa strada percorsa da Apple cioè quella di chiudere quanto più possibile il proprio sistema operativo, in modo da veicolare l'utenza verso i propri prodotti a discapito della concorrenza. 

Insomma, in casa Microsoft si cerca di entrare nella corsa al trono dei Tablet utilizzando le stesse armi dei rivali Apple ed Android e sebbene possa sembrare una buona idea quella di creare un ecosistema chiuso con cui fidelizzare gli utenti bisogna sempre tenere conto del fatto che almeno per quanto riguarda i browser l'esclusività di questa o quella versione non è più una strada praticabile, vista la moltitudine di dispositivi e software disponibili. 

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9 maggio 2012 3 09 /05 /maggio /2012 21:38

http://www.hardwaresphere.com/wp-content/uploads/2010/10/samsung-omnia-7-windows-phone-7-hd-voice-orange-network.jpgE' appena stato presentato il Samsung Galaxy S3 ma l'azienda coreana non sembra essere appagata dal fatto di essere (da poco) il primo produttore di smartphones nel mondo, e non si accontenta di essere la casa produttrice che più di tutte ha puntato su Android. 

Evidentemente il successo dei prodotti Samsung ha avuto molto eco nell'ambiente mobile, al punto che la stessa Microsoft avrebbe intenzione di replicare quanto già fatto con i vari Omnia 7 e Omnia W e lanciare sul mercato una serie di smartphones e tablet basati sul modello (e sull'hardware) del Galaxy S3 e del Galaxy Tab equipaggiati con il nuovo Windows Phone 8 di prossima uscita.

Sembra infatti che nonostante i risultati discreti ottenuti dalla famiglia dei Nokia Lumia i dirigenti di Microsoft non siano proprio soddisfattissimi di come stiano procedendo gli affari e per questo motivo stanno cercando di stringere accordi anche con altri produttori in modo da immettere sul mercato quanti più dispositivi Windows Phone 8 possibile. 

Secondo gli analisti Microsoft infatti gli utenti sono interessati soprattuto a dispositivi potenti, e Samsung sembra il produttore che più offre la garanzia di terminali super-potenti ed affidabili.

E' proprio nell'ultimo nato, il GS3 che a Redmond hanno visto lo smartphone ideale per far decollare definitivamente le vendite di Windows Phone. Ma c'è un piccolo problema che in Microsoft farebbero bene a tenere presente: ci gira Android.

Il sistema di Google è più personalizzabile rispetto alle controparti Microsoft e Apple, e i produttori non devono sottostare a tutte le limitazioni hardware e software (ad esempio non tutti i terminali Windows Phone possono essere utilizzati come hot-spot Wi-Fi, pur essendo dotati dell'hardware necessario) che invece gli ha imposto Microsoft per l'utilizzo di Windows Phone 7.

Limitazioni che secondo indiscrezioni dovrebbero riproporsi anche per la nuova versione, anche se già Nokia è riuscita in parte ad ottenere una certa libertà di azione e l'azienda ha deciso di essere meno intransigente con i produttori permettendogli di personalizzare leggermente i nuovi dispositivi.

Insomma, il problema di fondo non è tanto la potenza del dispositivo, ma come il sistema operativo permetterà di sfruttarla. Su questo fronte Android vince largamente non solo sul sistema di Microsoft, ma anche su iOS, e sarà difficile attirare il pubblico più smanettone se non gli si permetterà di personalizzare il proprio dispositivo come più gli aggrada. 

Nonostante questi problemi però sembra che Samsung sia molto interessata a raggiungere un accordo con Microsoft, e che questi sia in realtà molto vicino ad essere siglato. Addirittura si vocifera che l'azienda coreana abbia già pronti dei prototipi di tablet con Windows 8, che andrebbero a nozze con eventuali smartphones Windows Phone 8 (e a tale proposito sembra che sia già in lavorazione un Omnia 8 basato sull'hardware del Galaxy S3). 

Resta da vedere come la prenderà Nokia: in Finlandia non saranno molto contenti di sapere che Samsung oltre al trono di miglior produttore di cellulari del mondo sta cercando di rubargli anche l'esclusiva su Windows Phone


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