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18 aprile 2012 3 18 /04 /aprile /2012 21:47

http://consware.it/components/com_virtuemart/shop_image/product/INTEL_CORE_2_QUA_49fc74d6975e0.jpgAl mondo già variegato degli smartphones sta per aggiungersi un nuovo esemplare, e non sarà uno smartphone qualsiasi. In quello che già oggi possiamo definire uno scontro fra titani sta infatti per entrare in campo un concorrente di tutto rispetto: Intel

Nei prossimi giorni il produttore indiano Lava Mobile Phones dovrebbe presentare nei prossimi giorni il modello denominato Xolo X900 che sarà il primo smartphone dotato di processore Intel Atom (più precisamente della serie Medfield).

Dotato di un display touch-screen da 4.3'', 1 GB di memoria ram, 16 GB di memoria interna, fotocamera da 8 MP, uscita HDMI e tecnologia NFC lo smartphone indiano avrà installato Android 2.3 Gingerbread (aggiornabile ad Ice Cream Sandwich) e monterà un processore da 1.6 Ghz che promette prestazioni strabilianti come ad esempio 8 ore continue di telefonate in 3g, 6 ore di riproduzione/registrazione di video in HD, 5 ore di navigazione in internet via 3g, e 14 ore di standby. 

Non sono stati dati ulteriori dettagli in merito, ma sembra che questo sia solo il primo di una lunga serie di smartphones che saranno dotati del chip Medfield: Intel ha infatti stretto accordi con vari produttori, fra cui Lenovo, Motorola e Orange che nei prossimi dovrebbero presentare dei terminali basati sulla sua piattaforma.

Non  solo, lo stesso CEO di Intel, Paul Otellini, ha dichiarato che l'azienda ha intenzione di dialogare con tutti i maggiori produttori (tra cui Samsung e Apple) che attualmente basano i loro prodotti su processori ARM allo scopo di entrare con una certa decisione nel mercato degli smartphones e ritagliarsi uno spazio importante al suo interno. 

La concorrenza è piuttosto numerosa ed agguerrita (e non cederà terreno tanto facilmente), ma Intel non ha certo paura ed è convinta che il mercato dei dispositivi mobili sia abbastanza ampio da permettere a tutti di provare a conquistare posizioni all'interno di esso.

Che dire, non ci resta che attendere pochi giorni per saperne di più, nell'attesa vi rimando al sito ufficiale dello Xolo X900.  


 

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17 aprile 2012 2 17 /04 /aprile /2012 21:55

http://www.geekduepuntozero.it/wp-content/uploads/2011/12/windows_8.jpgA pochi mesi dall'uscita ufficiale di Windows 8 le notizie sul nuovo sistema operativo di Microsoft cominciano sempre di più a prendere consistenza, abbandonando la qualifica di rumors per diventare notizie ufficiali. 

Mancava ancora l'ufficialità su una cosa in particolare: il nome. Sebbene fosse in pratica il segreto di Pulcinella, nessuno fino ad oggi in casa Microsoft si era preoccupato di confermare che il nuovo sistema operativo si sarebbe chiamato proprio Windows 8.  La conferma arriva direttamente dal blog del team di sviluppo di Microsoft, che oltre a quella che in realtà era un non notizia ha anche fatto luce su un altro aspetto molto importante: le versioni che saranno commercializzate. 

Rispetto al predecessore Windows 7, il nuovo Windows 8 sarà meno articolato e gli utenti avranno la possibilità di scegliere fra appena tre versioni rispetto alla decina scarsa fra cui potevano scegliere al momento dell'acquisto di Seven.

Le due versioni Windows 8 e Windows 8 Pro saranno disponibili come upgrade di Windows 7 e saranno pienamente compatibili con i computer domestici che ad oggi soddisfano i requisiti del fratello maggiore. Allo stesso modo tutti i software che girano sotto Windows 7 dovrebbero funzionare correttamente con il nuovo sistema operativo.  

La differenza sostanziale fra le due versioni riguarda il target di riferimento: la prima è destinata all'utenza media (anche se includerà tutte le features che ad esempio erano inserite nelle versioni ultimate ed enterprise di Windows 7), la seconda invece è pensata per gli utenti professionali, e includerà strumenti per la virtualizzazione, la cifratura e il desktop remoto. Avrà anche il Media Center, che però è stranamente previsto come add-on acquistabile a parte.

La grossa novità è rappresentata però da Windows RT, la versione Run Time di Windows 8 pensata esclusivamente per la piattaforma ARM. Sarà le versione installata di base su tablet e smartphones e si potrà avere solo acquistando un dispositivo che la monti preinstallata, non essendo compatibile con alcuna versione di Seven. Dovrebbe contenere anche una versione di Microsoft Office specifica per dispositivi touch-screen e tutta una serie di funzionalità destinate a favorire la gestione dei dispositivi mobili. 

Oltre alle tre versioni principali dovrebbe essere prevista anche una versione Enterprise destinata alle aziende titolari di contratti di Software Assurance con Microsoft e che non dovrebbe differire di molto dalle prime due descritte in precedenza, se non per la presenza di strumenti appositi per la gestione di progetti e/o gestione aziendale.  

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16 aprile 2012 1 16 /04 /aprile /2012 21:34

http://www.asaps.it/articoli/Art_2005/immagini/0112.jpgBrutte notizie dal mondo dell'informatica: secondo i dati raccolti da Eurostat l'Italia è fra i Paesi Europei più indietro dal punto di vista dell'alfabetizzazione informatica. 

Considerando 27 Paesi del vecchio continente infatti la nostra penisola si posiziona davanti solo a Bulgaria, Romania e Grecia, ed è allo stesso livello di Cipro e Polonia. Un risultato tutt'altro che lusinghiero, che mette in risalto la posizione di svantaggio in cui si trova il nostro Paese rispetto alle altre nazioni Europee, molto più evolute dell'italia per quanto riguarda l'uso del Personal Computer.

A dirla tutta i dati dello studio pubblicato, disponibili a questo link, sono a dir poco imbarazzanti: circa il 40% delle persone nella fascia di età fra i 16 e i 74 dichiara di non aver mai adoperato un PC (nel resto d'Europa la media è del 22%, addirittura nel Regno Unito solo il 10% degli intervistati è completamente ignorante in materia). 

Non solo: ben il 54% degli partecipanti al sondaggio dichiara di non essere in grado di compiere operazioni elementari al PC, come ad esempio spostare o cancellare un file, e i dati peggiorano se si considerano operazioni più complesse, come utilizzare un foglio elettronico, un programma di videoscrittura e/o programmi di grafica.

Qualcuno, magari un ottimista, potrebbe pensare che l'Italia è penalizzata dal fatto che l'età media è abbastanza alta e che in fondo i nostri giovani (quelli a cui più servirebbe imparare ad usare il computer) col PC se la cavano alla grande.

Purtroppo non è così, anzi, per mortificare ancora di più il popolo italiano ricordiamo anche che il nostro paese è quello con meno laureati in informatica d'Europa, con appena l'1,3% degli studenti universitari che completano un percorso di studi in materie informatiche (anche se c'è da dire che il 9% dei giovani fra i 16 e i 24 conosce un linguaggio di programmazione, il che vuol dire forse che l'istruzione pubblica non aiuta i giovani nella materia).

Insomma un disastro su tutta la linea, e nonostante il Governo abbia da poco approvato l'agenda digitale i dati non sembrano darci grandi speranze nemmeno per il futuro, considerando che la crescita dell'informatizzazione nel nostro Paese negli ultimi 5 anni è stata praticamente pari a 0. 

In mezzo a questo deserto mi chiedo come abbia fatto io stesso a laurearmi in informatica, vuoi vedere che forse non siamo davvero così messi male noi italiani? 

 


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15 aprile 2012 7 15 /04 /aprile /2012 12:51

Sfido chiunque a non aver mai acquistato un offerta su Groupon, il sito di offerte più famoso di Internet.

In questi tempi di crisi economica la possibilità di acquistare qualsiasi tipo di prodotto con sconti medi del 70% fa gola a tutti i consumatori, ed il sito messo in piedi da Andrew Mason si è trasformato in poco tempo in un successo planetario, con un fatturato di quasi 500 milioni di dollari e oltre 30 milioni di utenti attivi. 

http://www.libri10.it/wp-content/uploads/2011/11/groupon.pngCome tutte le idee geniali, una volta ottenuta fama e consensi non sono mancati i cloni, cosicchè negli ultimi tempi in giro per la rete sono decine i siti che offrono quotidianamente deals di ogni tipo, sperando di replicare almeno in parte la fortuna del capostipite dei siti di offerte online. 

Partiamo da Groupalia, nome simile ma nessun legame con l'originale. Il sito ha lo stesso funzionamento già visto, ogni giorno vengono pubblicate offerte per coupon a tempo limitato tramite i quali acquistare di tutto: dalla cena a base di pesce al weekend a Ischia, passando per i prodotti di elettronica come smartphones e PC.

Sulla scia dei predecessori si piazzano KGBDeals e Prezzofelice che con un meccanismo simile offrono agli interessati deals per diverse offerte con scadenze più o meno ravvicinate e convenienza a seconda del caso. 

Basta una semplice ricerca su Google per trovare molti altri siti simili sia in Italia che all'estero. Chiaramente non tutti sono uguali:ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti, e molti non godono della stessa considerazione che ha Groupon da parte degli utenti.

C'è da dire però che lo stesso Groupon da noi in Italia non se la passa benissimo, e non sono poche le critiche da parte di clienti e negozianti che hanno deciso di usufruire dei servizi del sito, che hanno riscontrato diversi problemi legati all'overbooking e/o alla non corrispondenza tra il coupon acquistato e quanto effettivamente ottenuto al momento della riscossione (a tale proposito vi segnalo la pagina Facebook relativa).

Ad ogni modo chi è alla ricerca dell'offerta irrinunciabile non può fare a meno di dare uno sguardo ai siti elencati in precedenza e a tutti gli altri che si possono scoprire tramite una semplicissima ricerca su Google. Ma anche chi non si fida potrebbe trovare utile dare uno sguardo in rete, così da farsi un idea di come funziona l'economia ai tempi del web 2.0.   

  

 

 

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14 aprile 2012 6 14 /04 /aprile /2012 10:29

http://www.techarena.it/wp-content/uploads/2012/01/megaupload.jpgE' passato parecchio tempo dalla chiusura di Megaupload e di suo fratello Megavideo, e col passare dei giorni i vecchi utenti (fra onesti e non si parla di circa 70 milioni di account) che a causa della chiusura improvvisa e repentina del sito non hanno avuto il tempo di recuperare i loro dati continuano a chiedersi che fine faranno i files depositati sui server oramai chiusi.

A dirimere la questione ci ha pensato in parte un Giudice Federale, il signor Liam O'Grady, che chiamato ad esprimersi in merito ad una denuncia di un cittadino dell'Ohio che chiedeva di poter riavere i suoi filmati personali caricati sulla piattaforma di file sharing ha decretato che tutti i contenuti dei server dell'ormai ex-Megaupload dovranno essere conservati fino a che non si troverà il modo di restituire i dati ai legittimi proprietari.

Il giudice non si è espresso sulle modalità di conservazione e di restituzione dei files agli utenti, chiedendo alle parti in causa di trovare un accordo.

In realtà è proprio fra i contendenti ci sono le maggiori divergenze di opinione in merito: innanzitutto l'azienda proprietaria dei server la Carpathia Hosting Inc. che ha appena dichiarato di aver accumulato perdite per oltre 500mila dollari a causa del blocco di Megaupload, chiede al Governo Americano un aiuto economico per mantenere in funzione i server. 

Chiaramente il Governo non ne vuole sapere minimamente, anzi accusa l'azienda di aver collaborato con Megaupload permettendogli di detenere file protetti da diritto d'autore sui propri server e non vede ragioni per cui debba aiutare un'azienda fuorilegge con il denaro dei contribuenti (Signor Monti, non le fischiano le orecchie?).

A questo punto entra in gioco anche la MPAA (Motion Picture Association of America) che si oppone totalmente alla possibilità di recupero dei files da parte degli utenti, dato che ritiene che la maggior parte di essi contenga in realtà serie TV e film protetti da diritto d'autore, che se recuperati rientrerebbero nella rete pronti ad essere nuovamente condivisi in modo illegale.

Il fare di tutto l'erba un fascio non è mai stata una buona pratica, e questo vale anche per il file sharing, che se da una parte ha aiutato molto la pirateria informatica dall'altro ha reso la vita molto più facile per tutti gli utenti che per lavoro o svago devono condividere grosse quantità di dati. Certo il problema sollevato dalla MPAA è reale, non giriamoci intorno; è anche vero però che chi utilizzava onestamente Megaupload ha tutto il diritto di poter recuperare i suoi dati.

Ad ogni modo nell'attesa di capire le modalità di restituzione dei dati io non butterei la password di Megaupload, molto presto potremmo averne bisogno. 

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12 aprile 2012 4 12 /04 /aprile /2012 21:16

http://it.emcelettronica.com/files/node_images/sms-gratis.jpgAvevamo già parlato di come gli utenti degli smartphones e dei cellulari avessero cambiato radicalmente il modo di approcciarsi alla comunicazione grazie all'introduzione delle tariffe per il traffico dati e di come gli sms siano stati lo strumento più colpito dalla rivoluzione portata da internet sui cellulari. 

Un altro duro colpo alla già difficile sopravvivenza degli sms sembrava destinato ad arrivare dal Governo Italiano. Secondo il Corriere della Sera infatti il Consiglio dei Ministri aveva pensato all'introduzione di una tassa di 2 centesimi su ogni sms inviato, allo scopo di recuperare la cifra necessaria per mantenere in vita il fondo per le calamità naturali della Protezione Civile

Questo provvedimento avrebbe dovuto colpire sia gli sms inviati via cellulare che quelli inviati via PC, ma non è chiaro se sarebbero stati tassati anche gli sms inviati tramite le connessioni dati come nel caso di Wazzup. 

Nelle intenzioni del Governo dovevano essere gli operatori a farsi carico di questa nuova imposta, ma è chiaro che in un caso simile quelli che ne avrebbero fatto le spese (in tutti i sensi) sono i clienti: non è affatto assurda l'ipotesi che nel caso fossero state introdotte effettivamente queste misure le compagnie telefoniche sarebbero state costrette ad aumentare le tariffe per gli sms, cosicchè a pagare la nuova tassa in realtà sarebbero i clienti. 

Secondo i calcoli dell'Associazione dei Consumatori i più colpiti dalla tassa sugli sms sarebbero stati gli under 30, che stimando una media di 300 sms inviati al mese avrebbero visto lievitare le spese del cellulare di 75 Euro in un anno. Per gli over 30 l'aumento annuale era invece stimato intorno ai 40 Euro. 

In realtà il Governo aveva fatto i conti per bene, ma nel calcolo degli eventuali guadagni (in Italia si inviano in un anno quasi 90 miliardi di sms, a 2 centesimi per ognuno  la cifra raggranellata sarebbe stata piuttosto importante) non aveva considerato il fatto che quasi tutti gli operatori oramai ritengono gli sms uno strumento cosi poco significativo sulla comunicazione che tendono ad offrire ai clienti pacchetti di centinaia di sms gratuiti al mese. 

Considerando anche che un sms costa a un operatore meno di un 1 centesimo, introdurre una tassa su questo servizio pari al doppio del costo effettivo avrebbe portato come conseguenza una crisi ancora maggiore nel settore della telefonia mobile, che già da tempo vede gli operatori impegnati in una dura lotta per strapparsi i clienti a suon di offerte vantaggiose. 

Valutando i pro e i contro quindi il Consiglio dei Ministri avrebbe quindi deciso di abbandonare sul nascere l'idea della tassa sugli sms, optando per un ulteriore aumento delle accise sui carburanti (tanto per cambiare). 


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10 aprile 2012 2 10 /04 /aprile /2012 19:30

http://www.pc-facile.com/images/notizie/windows-vista-logo-1.jpgChe Microsoft indovini un sistema operativo ogni 2 oltre che una leggenda metropolitana (con un fondamento piuttosto veritiero) è un dato confermato dalle statistiche. Basti pensare alle ultime uscite: Windows 98 - Windows ME - Windows XP - Windows Vista - Windows 7 per verificare come ad un successo planetario sia seguito un flop totale e viceversa. 

L'ultimo dei sistemi operativi venuti male all'azienda di Bill Gates sembra essere stato proprio Vista, che nel corso degli ultimi anni non si è mai visto in cima alle classifiche di gradimento degli utenti, dove prima l'inossidabile XP e poi l'ultimo nato Seven gli hanno costantemente rubato quote di mercato. 

Con queste premesse la fine di Windows Vista sembrava annunciata da tempo anche se solo da oggi ne arriva la conferma ufficiale da parte di Microsoft. Da questo momento in poi infatti l'azienda cesserà di fornire il supporto esteso alle aziende per questo prodotto: in parole povere a partire da oggi gli aggiornamenti e le patch di sicurezza saranno garantiti gratuitamente solo agli utenti domestici e alle aziende che hanno ancora un contratto di assistenza in atto. 

Per tutte le altre licenze eventuali aggiornamenti e/o patch dovranno essere acquistate singolarmente. Questo fino ad Aprile 2017, quando Microsoft cesserà definitivamente il supporto a Windows Vista e lascerà in balìa di loro stessi gli utenti che ancora lo utilizzano (anche se l'azienda spera che fino ad allora saranno pochi se non nessuno i computer su cui girerà questo sistema operativo).  

Stesso discorso per gli utenti Windows XP, che a partira da oggi hanno solo due anni di autonomia prima di essere abbandonati a loro stessi dall'azienda. E' da notare come nonostante tutto lo sforzo fatto da Microsoft per spingere gli utenti verso i nuovi prodotti XP abbia avuto una vita ben più lunga rispetto al suo successore diretto.

Questo non solo perchè gli utenti hanno continuato a preferirlo nella scelta del sistema operativo da installare, ma anche perchè Microsoft decide il periodo di supporto in base all'anno dell'ultimo rilascio di una nuova versione software e fra XP e Vista è passato quasi un decennio, rispetto ai 3-4 anni con di differenza fra Vista e Seven.

Approfitto delle considerazioni finali per lanciare un quesito: secondo voi Windows 8, che dovrebbe essere presentato fra poco, sarà un successo o continuerà l'alternanza fatale e si dimostrerà un fiasco totale? 

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9 aprile 2012 1 09 /04 /aprile /2012 16:33

http://www.androidiani.com/wp-content/uploads/2012/02/dropbox_download_storing1.jpgQuando si parla di cloud storage uno dei servizi più utilizzati è sicuramente Dropbox: la piattaforma di hosting gratuito che mette a disposizione degli utenti uno spazio di memorizzazione on-line in cui salvare e condividere files di ogni tipo e dimensione. 

Si tratta di uno strumento molto utile che permette agli utenti di superare i limiti della posta elettronica e dei programmi di messaggistica nel condividere files con colleghi, amici e/o chiunque altro si abbia necessità.

Se si escludono gli account a pagamento che possono essere dimensionati a piacimento a seconda della quota di abbonamento annuale che si paga, gli utenti che attivano un account gratuito ottengono uno spazio di 2 GB su cui caricare i propri files da qualsiasi PC si acceda sia tramite una comoda interfaccia web che tramite un client da installare sul proprio PC.   

Una volta installato il client condividere files con altri utenti autorizzati è una operazione facilissima, durante l'installazione viene creata una cartella dropbox in cui andranno trascinati i files che si vuole caricare nel proprio account dropbox.

La sincronizzazione dei contenuti avviene automaticamente e senza bisogno di altre operazioni, ed è addirittura effettuata la cifratura dei dati tramite l'algoritmo AES, in modo da poter condividere anche informazioni sensibili senza alcun pericolo.

Uno spazio da 2 GB sembra essere più che sufficiente per la maggior parte degli utenti, ma perchè accontentarsi del minimo sindacale quando è la stesso sito a regalare spazio aggiuntivio ai propri utenti? 

Probabilmente spinto dalla concorrenza sempre più agguerrita nel campo del cloud storage, dropbox ha deciso di effettuare una sorta di promozione per gli utenti.

Per ogni nuovo utente che si iscriverà sotto segnalazione di un utente già iscritto quest'ultimo riceverà 500 MB di spazio gratuito aggiuntivi fino a un massimo di 32 nuovi utenti. Questo vuol dire che potenzialmente lo spazio free che si può avere a disposizione si potrà espandere fino a un massimo di 16 GB ulteriori, raggiungendo addirittura i 18 GB (una dimensione davvero importante, mai offerta da nessun altro servizion analogo).


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8 aprile 2012 7 08 /04 /aprile /2012 11:28

Avevamo già parlato tempo fa dei Social Network più famosi, ma dalla fine del 2011 a metà 2012 sono passati quasi 6 mesi, un'eternità per il mondo dell'informatica.

Se di Facebook sappiamo oramai tutto, pregi e difetti compresi, la concorrenza pur non essendo pubblicizzata come il prodotto di Mark Zuckerberg promette battaglia innanzitutto dal punto di vista tecnico, ma anche sul piano del numero di utenti. 


http://www.ilgeek.com/wp-content/uploads/2012/01/twitter.pngPartiamo da quello che più di tutti negli ultimi tempi è salito alla ribalta anche in Italia: Twitter.

Il social network per chi è di poche parole (in 140 caratteri si deve condensare tutta la cattiveria o la felicità che si vuole condividere) ha conosciuto un vero e proprio boom di iscrizioni, con un incremento dell'82% nell'ultimo anno.  Famoso anche per essere stato il mezzo di comunicazione con cui la primavera araba si è fatta strada nel mondo, il social network preferito dai cinguettatori promette un 2012 ancora migliore, pensando addirittura al sorpasso nei confronti di Facebook. 

http://netdna.copyblogger.com/images/pinterest2.jpgSecondo nella lista dei rivali di Facebook c'è Pinterest. Avevamo già parlato in un precedente post di quello che vuole essere un nuovo modo di fare social networking basato non sulle persone ma sui loro interessi, e negli ultimi tempi il prodotto di Ben Silbermann sta avendo un certo successo, anche se è ancora lontano dai numeri di Facebook. 


http://www.androidworld.it/wp-content/uploads/2012/03/instagram_header.jpgTerza posizione per Instagram, la social app preferita da tutti gli amanti della fotografia. Attraverso esso è possibile condividere foto scattate in mobilità e modificarle in tempo reale: tutte funzionalità che hanno un certo fascino e che hanno attirato nientemeno che il presidente Obama in persona, che non ha perso tempo nell'aprire il proprio account ufficiale. 

Con App presenti per tutte le maggiori piattaforme mobili Instagram sembra avere intrapreso la strada giusta, e sono in molti gli utenti che la utilizzano regolarmente per condividere con gli altri le proprie foto in modo semplice e veloce. 

http://www.simonefavaro.it/wp-content/uploads/2012/02/59-linkedin-logo.jpgPoco sotto il nostro podio virtuale c'è LinkedIn, il social network per professionisti dell'informatica e non: i profili degli iscritti sono visitati giornalmente da aziende e responsabili del personale alla ricerca di figure professionali da inserire nel loro organico. Da un pò di tempo anche nel nostro Paese sta diventando un buon veicolo per farsi strada nel mondo del lavoro. 


http://pocketnow.com/html/portal/news/0000021530//Foursquare-Logo.jpgChiudiamo con Foursquare: poco diffuso nel nostro Paese il social network pensato per chi ama far conoscere la propria posizione ogni momento della giornata è invece abbastanza popolare all'estero, dove ha soppiantato Facebook Places come strumento preferito per la geolocalizzazione.  

Nell'elenco potremmo aggiungere ancora molti altri social network famosi e non (specie in Asia ce ne sono di molto diffusi e praticamente sconosciuti a noi occidentali) ma ne parleremo appena possibile in uno spazio apposito. 

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7 aprile 2012 6 07 /04 /aprile /2012 14:45

Il mondo dei social network è in continua espansione e non c'è giorno in cui non venga presentata una qualche novità che secondo l'ideatore è destinata a rivoluzionarlo.

http://www.repubblica.it/images/2012/04/02/201633513-5a858feb-4876-490a-b2f4-9adccd60b483.jpgSe però pensavate che ideare un social network sia esclusiva di giovani nerd anglofoni dovrete ricredervi: dalla mente di Claudio Cecchetto (per i pochi che non lo sapessero colui che 30 anni ha dato alla luce radio DeeJay) è infatti nato faceskin, un social network che in realtà non lo è fino in fondo.

Nel progetto di Claudio Cecchetto infatti il fulcro centrale non è la persona, ma quello che ricerca su internet (anche se a me pare di averla già sentita questa cosa dovrebbe essere l'idea di base di volunia, o no?) si viene quindi a creare quella che in gergo tecnico si chiama Social Search Community.

Il funzionamento è piuttosto semplice: l'utente può utilizzarlo come una sorta di raccoglitore virtuale in cui inserire, ordinare e condividere con gli altri tutti i link, i contenuti e i siti preferiti. Tutto questo per rendere la vita più facile all'internauta medio, che spesso e volentieri si perde fra i motori di ricerca e perde fin troppo tempo nel cercare un determinato documento piuttosto che nell'utilizzarlo.

Il concetto fondamentale è quello di weblist, ogni utente avrà le proprie liste di preferiti, e gli altri utenti potranno sfogliarle e fare ricerche al loro interno. Il tutto seguendo una logica che con non molta fantasia (e da Cecchetto me ne sarei aspettata un pò di più a partire dal nome, che utilizza un prefisso piuttosto conosciuto) viene denominata ROC (Ricerca-Organizza-Condividi). 

Un utente potrà salvare le proprie sessioni di navigazione all'interno di una o più weblist, e potrà condividerle con gli altri utenti. In questo modo gli altri utenti piuttosto che navigare su Google ed affidarsi agli algoritmi di ricerca automatici potranno sfruttare quello che secondo l'ideatore è l'algoritmo migliore che si possa eseguire: l'uomo. 

Volendo essere critico potrei obiettare che gli algoritmi sono tutti frutti della mente dell'uomo e che (se proprio vogliamo essere cattivelli) se l'idea di fondo di faceskin è quella di condividere contenti su internet c'è già Pinterest che svolge questo compito dignitosamente.

Ad ogni modo c'è già una folta schiera di VIP pronta a condividere con il resto di internet le proprie passioni e i propri siti preferiti; solo per fare qualche nome: Jovanotti, Fiorello (che dopo aver abbandonato Twitter si è subito buttato nel progetto di quello che fu il suo mentore), Max Pezzali, Linus (che invece su Twitter e su internet non c'era mai stato prima d'ora) e l'onnipresente Francesco Facchinetti che invece è su qualsiasi social network dell'universo. 

Lo schieramento di personaggi famosi pronti a fare da traino all'idea di Claudio Cecchetto c'è, e si sa quanto sia stato importante per la crescita di Twitter in Italia la presenza di molti dei nomi sopracitati. Resta da vedere se superato il momento iniziale in cui gli utenti normali faranno a gara per scoprire da quale sito legge le notizie il personaggio famoso preferito si sarà formata una base di utenza abbastanza forte da tenere in piedi il progetto. 

In un mondo come quello dei social network in cui il fattore chiave è il numero di utenti ed il traffico generato da essi è fondamentale avere un buon numero di persone attive sulla propria piattaforma, o si rischia di aver creato una cattedrale nel deserto. Riuscirà faceskin nell'impresa di reggere il confronto con i mostri sacri del social networking? o è solo una trovata pubblicitaria? ai posteri l'ardua sentenza.  


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